Chi siamo?

Siamo la Rete torinese Defend Kurdistan, nata a novembre 2022, con lo scopo di manifestare e protestare contro gli attacchi in Kurdistan da parte della Turchia e denunciare il coinvolgimento dello Stato italiano in questa guerra.
Fin dallinizio abbiamo espresso la volontà di ragionare sul significato profondo che assume la solidarietà e la necessità di smascherare gli attori che a partire dal nostro territorio hanno un ruolo centrale in questo conflitto. 
Nasce così, considerata la nostra composizione maggiormente universitaria, il progetto di un osservatorio che monitori gli accordi tra l‘Università di Torino -Unito- e il Politecnico di Torino -Polito- con le principali aziende dell’industria bellica italiana e con regimi non democratici .
Differenti collettivi nello stesso periodo si stavano mobilitando contro la presenza di accordi tra aziende e regimi, quali Frontex e Israele, con le due suddette università. Il progetto dell’osservatorio si è così sviluppato, acquistando maggior ampiezza, unendo differenti collettivi e studenti universitari-e in un coordinamento.
Al contempo, dai confronti seguenti in cui si organizzava il lavoro e si sceglieva quale prospettiva e funzione di utilizzo dovesse assumere questo osservatorio, si presentavano con intensità crescente molte domande e dubbi alle quali non si trovavano risposte esaustive. 
La mancanza di chiarezza circa i legami profondi tra i differenti conflitti, l’ambiguità delle politiche del governo italiano, la difficoltà nell’individuare le prospettive di lungo periodo delle parti coinvolte e la loro ampia partecipazione bellica in teatri di guerra lontani, richiedevano un’analisi più profonda.
E’ stato possibile intraprendere tale analisi grazie alla brochure intitolata “Opportunità e pericoli della Terza Guerra Mondiale” fornitaci dall’Accademia della Modernità Democratica. In seguito alla lettura del testo è emersa l’urgenza di indagare le radici storiche comuni a questi conflitti, il perché si può parlare di terzo conflitto globale e quali differenze lo caratterizzano dai precedenti. Alla luce di tutto ciò, ci ritroveremo il 20 e il 21 aprile presso l’Università di Torino per elaborare una prospettiva comune per le nostre lotte e le nostre pratiche e ragionare di quali forme di resistenza e organizzazione possiamo praticare per una società libera e giusta. 
Insieme allo sviluppo di queste analisi, riteniamo necessario acquisire e sviluppare strumenti e pratiche che possano confrontarsi con il contesto politico e sociale italiano. Sulla base di ciò, abbiamo costituito un osservatorio permanente per esplicitare e diffondere le informazioni relative alla partecipazione delle due università sopracitate nel contesto bellico attuale. Parallelamente, abbiamo creato una mappatura della città di Torino individuando i siti coinvolti nella produzione e nella riproduzione della guerra. 
Ci auspichiamo che questi strumenti -ed altri- possano permetterci di continuare a lavorare per rispondere, nella teoria e nella pratica, alla domanda sempre più urgente: quale strategia per fermare la guerra a partire dai nostri territori?